Il 31 marzo esce nelle sale “Ustica”, il nuovo film di Renzo Martinelli / foto e trailer

di | 17 Marzo 2016

Renzo MartinelliEsce nelle sale italiane il prossimo 31 marzo, Ustica, il nuovo film scritto e diretto da Renzo Martinelli (Vajont, Piazza delle Cinque Lune) e interpretato da Marco Leonardi, Caterina Murino, Lubna Azabal, Tomas Arana, Federica Martinelli con Paco Reconti, Yassine Fadel, Joe Capalbo, Jonis Bascir, Shelag Gallivan e l’amichevole partecipazione di Enrico Lo Verso.
“Dopo aver fatto luce sul caso Moro – si legge nel comunicato con cui Martinelli Film Company annuncia l’uscita della pellicola -, dopo aver raccontato la tragedia del Vajont, senza mai tralasciare nomi e cognomi di responsabili, il regista Renzo Martinelli svela la verità del caso Ustica, uno dei Misteri d’Italia più dolorosi. Tre sono le ipotesi che sono state di volta in volta avanzate sulle cause del disastro: cedimento strutturale dell’aereo, una bomba a bordo, un missile. Nessuna di queste ipotesi è stata sino ad oggi provata. Frutto del lavoro di tre anni a stretto contatto con due ingegneri aeronautici sulla mole enorme di perizie e testimonianze effettuate nel corso degli oltre trent’anni trascorsi da quella tragica notte del 27 giugno 1980, Ustica porta a una nuova, agghiacciante verità, inconfutabilmente supportata da materiale documentale”.
La trama. Il 27 giugno 1980, un DC9 appartenente alla compagnia aerea Itavia scompare dagli schermi radar senza lanciare alcun segnale di emergenza e si schianta tra le isole di Ponza e Ustica. Muoiono 81 persone. Roberta Bellodi, una giornalista siciliana che ha perso la figlia in quella tragica notte e Corrado di Acquaformosa, deputato al Parlamento italiano, membro della commissione incaricata di far luce sul disastro del DC 9, cercano di scoprire la verità, rimanendo invischiati in un labirinto di depistaggi, scomparsa di prove e testimoni chiave.
Sceneggiatura. La sceneggiatura è frutto di un lavoro di tre anni a stretto contatto con due ingegneri aeronautici sulla mole enorme di perizie e testimonianze effettuate nel corso degli oltre trent’anni trascorsi dal 27 giugno 1980. Tutto quanto viene dichiarato nel corso del film è inconfutabilmente supportato da materiale documentale.
Post produzione. Tutte le scene di volo sono state realizzate con movimenti aerei veri su paesaggi reali, con l’inserimento di caccia da combattimento in 3D. I campi medi e i campi ravvicinati dei cockpit sono stati girati con veri caccia da combattimento su sfondo blu in un teatro di posa a Terni. Le lavorazioni digitali sono opera di 3 società: Canecane e Inlusion (Italia) e Mikros (Belgio).
Note di regia. Il 27 giugno 1980, alle ore 20.59’45”, un DC9 della compagnia privata italiana ITAVIA sparisce dagli schermi radar senza trasmettere alcun segnale di emergenza. L’aereo era stabilizzato in crociera a 7.600 metri di quota, lungo l’aerovia “AMBRA 13” ed improvvisamente, senza lanciare alcun allarme, precipita nei pressi del punto “CONDOR”, tra le isole di Ponza ed Ustica, inabissandosi nella cosiddetta “Fossa del Tirreno”, profonda oltre 3.500 metri. Perdono la vita ottantuno persone. Quattordici erano bambini. I relitti ed i pochi corpi recuperati testimoniano che l’aeroplano è esploso in volo, destrutturandosi in due tronconi principali. Tre sono le ipotesi che sono state di volta in volta avanzate sulle cause del disastro: cedimento strutturale dell’aereo, una bomba nella toilet di coda, un missile che per errore colpisce il DC9. Nessuna di queste ipotesi è stata sino ad oggi provata. Noi abbiamo lavorato per tre anni a stretto contatto con due ingegneri aeronautici sulla mole enorme di perizie e testimonianze effettuate nel corso degli oltre trent’anni trascorsi da quella tragica notte di giugno. Alla ricerca di risposte che quelle ottantuno vittime e i loro familiari ancora reclamano. L’analisi di questo materiale documentale ci ha portato inevitabilmente a una nuova, agghiacciante verità. Il nostro film è frutto di questo lavoro. Un film che rivendica quel ruolo maieutico che solo il cinema sa avere, che rivendica la sua capacità di stimolare riflessioni che nessun altro media è in grado di stimolare con altrettanta potenza. Un film che, forse, ci può avvicinare ad una verità che stiamo cercando da oltre trent’anni.

16 pensieri su “Il 31 marzo esce nelle sale “Ustica”, il nuovo film di Renzo Martinelli / foto e trailer

  1. Enrico Brogneri

    Ancora una verità di comodo evidentemente appiattita alle indicazioni della politica. Un’altra occasione perduta!

  2. Roberto FURLAN

    Beh… se Piazza delle Cinque Lune “ha fatto luce sul caso Moro”, stiamo proprio messi bene.
    Leggo che Martinelli viene dalla pubblicità e son convinto che farebbe bene a ritornarci. Non foss’altro per evitare di continuare ad offendere con i suoi filmetti le vittime di stragi dolorissime, dal Vajont a Via Fani e fino ad Ustica.

  3. SG

    Non ho visto il film di Martinell e non ci tengo a farlo, ma anche i giornalist che lo hanno criticato non scherzano in quanto ad disinformazione (cioe, quelli disinformati sono loro, come minimo).

    il giornalista Luca rocca in un articolo del il tempo.
    http://www.iltempo.it/cronache/2016/03/30/sedici-buoni-motivi-per-non-vedere-il-film-ustica-di-renzo-martinelli-1.1523684?wb48617274=FEF15F6F

    [“IL PERDONO DI ALLAH
    La pilotessa trova accanto al corpo un foglio sul quale il pilota del Mig ha appuntato, in arabo, una richiesta di perdono indirizzata ad Allah. Un testamento mai esistito. Ma poi, quando lo avrebbe scritto? Mentre i caccia Usa lo inseguivano? Dopo la caduta perché rimasto vivo dopo lo schianto?]

    Purtroppo per occa il testamento è citato della sentenza di priore. due volte.
    Il testamento ritrovato addosso al pilota del Mig23 è sicuramente uno dei punti centrali di questa vicenda di Castelsilano. Era scritto in arabo ed è stato tradotto da un ex ufficiale italiano che di cognome faceva Milani. Milani era di nazionalità italiana ma di madre lingua araba, tanto che parlava meglio l’arabo dell’italiano.

    [Su di esso apparivano segnate a mano delle scritture in arabo, che, con buona approssimazione, recitavano, in una sorta di riconoscimento di colpe, “Io sottoscritto pilota Khalil colpevole dell’abbattimento e della morte di tanti…”. […] Esso Milani, da parte sua, nulla comunicò al S.I.S.MI, aggiungendo altresì che egli immediatamente associò, allorché lesse il testo del biglietto, “il velivolo civile italiano abbattuto”, al DC9 caduto nel mese precedente.]

    Al testamento si fa riferimento anche in un appunto sequestrato dal Giudice Priore.

    [Tra le carte sequestrate presso il Gabinetto del Ministero della Difesa veniva rinvenuto un appunto a grafia dell’allora capo di Gabinetto, generale De Paolis. In tale foglio intestato al Ministero della Difesa – Capo di Gabinetto, datato 19/7, vergato a mano con grafia del De Paolis, che in tal senso riconosce, e con una sorta di titolo “Ultime” vi si riporta, come detto in altra parte, l’orario preciso al minuto di caduta del MiG e all’ultima riga, oltre ad appunti sul velivolo e sul pilota, la scritta “Documenti molto interessanti: una specie di testamento/dichiarazione”.]

    Il testamento del pilota può quindi essere considerato un punto certo.
    Il testamento è molto importante, ci dice molte cose. Per esempio ci dice che il pilota del Mig23 caduto a Castelsilano è stato, come minimo, testimone oculare dell’incidente al DC9 Itavia. Il che non è poco.

    In un punto concordo con Rocca.
    Se si vuol accettare la tesi secondo cui il Mig23 sia caduto la sera del 27-6-1980 è necessario spiegare come, e perché, un pilota di un aereo militare impegnato in un combattimento aereo, reale e potenzialmente mortale, possa in quei momenti anche solo pensare al suicidio ed addirittura avere il tempo e il modo di lasciarne una dichiarazione scritta. E’ chiaramente illogico e materialmente impossibile. Durante un combattimento aereo reale un pilota pensa solo a salvarsi ed in ogni caso non c’e’ modo di scrivere alcunché durante quei concitati momenti.

    Trovare la giusta speiegazione a questa apparente contraddizione porta dritto dritto alla soluzione del mistero di castelsilano. Fidatevi. (come dico sempre le contraddizioni non sono un problema ma un aiuto per la ricerca della verità)

    sg

    1. Roberto FURLAN

      Questa è un’altra cosa nuova di cui nessuno finora ha mai parlato, nemmeno il giudice Priore che pure è stato intervistato molte volte. Hai qualche riferimento preciso a questo documento? Un link, magari, o qualcosa di preciso da verificare?
      No, perché oltre che assurdo, alzare ancora polvere e fumo su questa tragedia mi sembra quantomeno inutile ed inopportuno. Schiere di “generali felloni” hanno già fatto anche troppi danni in questo senso. Grazie.

      1. sg

        le parti tra parentesi quadre sono citazioni letterali (SEO). cerca “milani” o “testamento” nei doc di priore, dovresti trovarlo facilmente.

        sg

        1. Roberto FURLAN

          Fatto.
          Mah… se Priore dice “di certo, ecc.” avrà avuto le sue ragioni, ma pare che esprima le sue opinioni su un documento che di fatto non ha visto e di cui gli è stato solo riferito da un ufficiale AM (del quale, purtroppo, dobbiamo dubitare visti i comportamenti di molti suoi colleghi).
          A me, puzza di depistaggio-velina più ancora del cadavere sul quale sarebbe stato trovato.

          Di certo è quel che disse Spadolini: soluzione Sila = soluzione Ustica.

          1. sg

            nonostante la vulgata popolare imperante nel caso di ustica la mia impressione è che la stragande maggioranza delle testimonianze siano genuine. Quei pochi depistaggi sono talmente palesi e fatti male che si individuano immediatamente. Ci sono, invece, molti silenzi e “non ricordo” ma le vere bugie sono veramente poche.
            Come dico da tento tempo il piu grande depistatore è chi grida al depistaggio ad ogni occasione, c’e’ chi lo fa per professione, chi semplicemente per pigrizia, perche cercare di capire costa piu fatica che accodarsi alla folla.
            Le apparenti incongruenze fra le diverse testimonianze sono dovute al fatto che le stesse non coincidono con la personale ricostruzione dell’indagatore di turno, che anzichè ammettere il fatto che la propria ricostruzione sia errata preferisce gridare al depistaggio. Comodo escamotage.
            Le apparenti incongruenze per il Bravo Indagatore dovrebbero essere invece oro puro. Dove c’e’ un’apparente incongruenza allora significa che lì c’e’ ancora qualcoda da capire e lì bisogna insistere.
            In quanto a Spadolini la sua affermazione è vera solo al, diciamo, 50%, non di più.

  4. Roberto FURLAN

    Piuttosto, una cosa che ha pure dell’inquietante è il primo lancio ANSA datato 27 Giugno 1980, quindi a pochissime ore dalla notizia, che esordisce con “Colpito da un missile, o per l’esplosione di una bomba…”.
    Sarebbe interessante indagare su chi fornì all’ANSA queste ipotesi, nell’immediatezza del fatto e quindi molto prima che “ufficialmente” si cominciasse a fare queste ipotesi. Trovo stranamente azzardato un esordio del genere in un lancio ANSA, agenzia notoriamente scrupolosa in quanto fornitore primario di informazioni.

  5. Ramon Cipressi

    Dall’Inchiesta Priore – Capo 2 – MiG pag 4167

    La questione della Mappa con il “Testamento del Pilota Libico”.
    Tale Mappa esisteva veramente.
    Fu sottratta dall”allora colonnello ENRICO MILANI mentre l’ aveva in visione al S.I.O.S. Aeronautica insieme ad altri oggetti, e portata al Generale Terziani, della 7° Divisione SISMI Aeronautica, da cui dipendeva.

    ENRICO MILANI, Istruttore Paracadutista dei Gladiatori di Sardegna, una leggenda della seconda Guerra Mondiale, conosceva l’arabo perchè cresciuto in Medio Oriente.
    Questa, la sua traduzione della scritta in arabo sulla mappa aeronautica: <>.

    Dalle dichiarazioni dello stesso Milani: “io dissi a Tascio (Generale Zeno Tascio, all’ epoca capo del Sios) che con quella dichiarazione il Pilota aveva inteso espiare una grande colpa, con un gesto di pentimento, affinche le sue responsabilità non ricadessero sulla sua famiglia…”..

    Naturalmente, il foglio del “testamento” è sparito dagli atti ufficiali, nonostante Milani ne abbia confermato l’esitenzal con una testimonianza giurata in tribunale.
    Ora, qualcuno ci spiega perchè i Servizi Segreti dell’Aeronautica hanno fatto sparire tale dichiarazione, scritta frettolosamente dal Pilota libico … se non fosse stata rilevante?
    Molte volte, basta conoscere il reato per sapere la Verità, non serve una confessione!

    ______________________________
    PS: Il pilota Libico sulla Sila tenta un’eiezione con il seggiolino, ma la sequenza risulta interrotta. L’impatto sul costone di Timpa delle Magare non lasciò scampo nè all’aereo nè al suo pilota, pertanto l’unico momento in cui la nota potè essere scritta, sulla mappa aeronautica alloggiata nel cosciale destro, fu durante l’avvicinamento alla costa calabra.
    Se le cose sono andate come pensiamo al Punto Condor, è probabile che, il MiG abbia approfittato del Disastro per dileguarsi a bassa quota, sfruttando le sue maggiori prestazioni. Il Pilota libico avrebbe avuto circa 15 minuti di relativa pausa dall’intercettazione, dove rivedere i suoi piani e, evidentemente , mettere a posto la sua coscienza, prima di venire di nuovo cacciato dalla coppia di mastini, in livrea light-grey, che lo riprenderanno sul litorale di Paola, per non lasciarlo più…

    1. Roberto FURLAN

      Continuo però a non capire: Priore ha materialmente visto questa mappa con appunti o testamento e poi non l’ha più ritrovata fra le carte, oppure gliene ha solo parlato il colonnello Milani?
      Perché della dichiarazione giurata del colonnello Milani me ne faccio veramente poco, considerata la messe di dichiarazioni tanto giurate quanto false che hanno caratterizzato un po’ il contesto di una Aeronautica che, quando non è stata fuorviante, è stata quantomeno reticente.
      Al di là del fatto che immaginare un pilota, per quanto mussulmano osservante, con due caccia alle calcagna che intendono fermamente abbatterlo, trovi tempo e modo di scrivere le sue ultime volontà su una mappa aeronautica mi riesce davvero difficile.

      1. Ramon Cipressi

        Egregio Furlan,

        se lei se ne fa poco della Testimonianza Giurata di un Eroe di Guerra, che ha messo a disposizione la vita per la difesa della nostra Patria, …

        …si figuri cosa ce ne facciamo noi del suo parere…

        1. Roberto FURLAN

          Dal mio parere non dipende nulla. Dal suo “Eroe di Guerra, ecc. ecc.”, o meglio, dalla sua testimonianza, dipende la scoperta della verità.
          Giusto per puntualizzare, giacchè di pluridecorati e benemeriti ufficiali che hanno fatto di tutto per nascondere la verità ne son pieni i fascicoli del giudice Priore.

  6. Enrico Brogneri

    @ing. Cipressi,
    Alla luce di quanto suggerisce Occam:
    1) A Firenze è stato rilevato un ‘Intruso alle 20.23 (Confermato NATO Programming Center)
    2) Sotto il DC-9 c’era un Intruso. (Confermato dati RADAR)
    3) A Timpa delle Magare c’era un intruso caduto, anzi abbattuto, e sembrava un aereo a delta
    Le conclusioni sono semplici come i dati di base:
    Intruso = aereo a delta (mirage o kfir?)
    Ogni complicazione, va in direzione opposta alla ricerca della Verità.
    Che è quello che interessa ai Veri Colpevoli….

    (bisogna capire prima di ricordare)

  7. Ramon Cipressi

    Ma che dice Brogneri?
    A Timpa delle Magare c’era il MiG-23 MS, Matricola 6950 , pilotato dal Capitano Ezzeden Khalil…

    Il fatto che lei abbia visto un aereo passare 50 km a Sud non la autorizza a supporre che quell’aereo sia caduto… lo ha visto passare … punto… tral’altro non sa nemmeno bene cosa sia…
    Tra l’altro, secondo la ricostruzione ormai accreditata, su cui anche lei ha appena concordato, se l’Intruso era a Firenze e poi al Punto Condor, si ha testimonianza che sia passato da Falconara e Cosenza, prima di schiantarsi a Castelsilano, mi dice che ci sarebbe andato a fare a Catazaro? (dove era Lei).
    Tra l’altro lei ha testimoniato che andava verso Nord, mentre i testimoni sul litorale di Paola hanno dato indicazioni precise S.Lucido- Monte Scuro – Cosenza, cioe rotta circa 100°, traiettoria perfettamente compatibile con la rotta Punto Condor – Timpa delle Magare…

    RC (Continuiamo a ricordare)

    1. Enrico Brogneri

      @Cipressi.
      Rispondo con ritardo perché fuori sede.
      1. A Timpa delle Magare è stato trovato un Mig libico al posto del velivolo, con caratteristiche assolutamente diverse, descritto dal caporale Di Benedetto che lo ha piantonato il giorno successivo alla caduta del DC9 Itavia. Sul cadavere del pilota, identificato alla meno peggio, c’è molto da discutere. E infatti, a giudicare dall’atto di morte redatto dall’ufficiale di stato civile del Comune di Castelsilano, al di là delle macroscopiche alterazioni sulla data della trascrizione, la presunta causa del decesso è stata sì riferita genericamente a “frattura cranica conseguente ad urto violento contro corpo contundente duro”, ma senza alcun riferimento al presunto incidente aviatorio. Non può allora escludersi che, sostituendo l’aereo realmente caduto, sia stato utilizzato proprio quel cadavere che Priore ha accertato essere stato conservato in una cella frigorifera presso l’aeroporto militare di Gioia del Colle.
      2. L’aereo da me avvistato a Catanzaro la notte del 27 giugno 1980 aveva caratteristiche accostabili all’aereo del Caporale Di Benedetto, E poiché lo stesso appariva in evidente difficoltà di volo, non è azzardato ipotizzare che possa essere caduto proprio a Castelsilano. Il mio convincimento in tal senso non è quindi contraddetto dalle Sue osservazioni, le quali sono evidentemente erronee nella parte in cui sembra ignorare che Castelsilano si trovi a nord-ovest di Catanzaro.
      3. Lei ricorda sempre male. In nessun punto ho mai concordato con le Sue tesi. Non si illuda!

  8. Enrico Brogneri

    @ Caro ingegnere, …
    “Capire Ustica, significa poter chiudere gli occhi e verificare se si ha la coscienza pulita. Gli uomini giusti possono farlo. Gli altri sono i responsabili.”
    (Bisogna capire prima di ricordare)

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