È morto il generale Nicolò Bozzo, collaborò anche alle indagini sul caso Ustica

di | 29 Gennaio 2018

Si è spento ieri, a 83 anni, all’ospedale di Voltri, il generale dei carabinieri Nicolò Bozzo, ex braccio destro del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e comandante della divisione Pastrengo, personaggio che ha attraversato i misteri della storia italiana del dopoguerra: dal blitz nel covo di via Fracchia al rapimento di Aldo Moro, passando per Gladio e i depistaggi dei servizi deviati.
Nel 1981 denunciò 51 ufficiali dei carabinieri, accusati di essere affiliati alla massoneria. A fine carriera (tra 1998 e il 2002) aveva anche ricoperto il ruolo di comandante della polizia municipale di Genova. Gran parte della sua vita, e gli intrecci con i grandi misteri italiani, sono ripercorsi nel libro-intervista “Nei secoli fedele allo Stato”. Nelle 320 pagine di racconto nella formula del “botta e risposta”, Bozzo spazia dal “Piano Solo”(il colpo di Stato progettato dal generale De Lorenzo) al terrorismo, agli anni trascorsi come “braccio destro” del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Dalle infiltrazioni della massoneria deviata e della loggia di Licio Gelli alla presidenza del Cocer, il “sindacato” dei carabinieri. (fonte ilsecoloxix.it)
Il generale Bozzo collaborò anche alle indagini sul caso Ustica,  in particolare riferì al giudice Priore importanti spunti investigativi sull’attività della base francese di Solenzara la notte del 27 giugno 1980, acquisiti anche in qualità di testimone oculare, e sull’esistenza di un piano per eliminare Gheddafi (leggi).