I legali dei familiari delle vittime chiedono alla Procura di Roma di interrogare Jalloud

di | 26 Giugno 2012

Cercare di fare il possibile per interrogare Abdel Salam Jalloud (nella foto), l’ex primo ministro e numero due del regime libico che l’estate scorsa si sarebbe rifugiato in Italia e ora potrebbe fornire elementi importanti per chiarire la strage di Ustica del 27 giugno 1980. Lo chiedono alla Procura di Roma i familiari delle vittime, attraverso un’istanza che sarà presentata domani mattina dall’avvocato dell’associazione, Alessandro Gamberini. Jalloud, stando ad un articolo pubblicato sul Corriere della sera il 22 agosto 2011, a seguito della caduta del regime di Gheddafi avrebbe trovato rifugio in Italia. «Si può ritenere che Jalloud, per la posizione ricoperta all’epoca del regime – si legge nell’istanza dell’associazione – possa essere al corrente di dati molto utili alla ricostruzione dei fatti». I familiari, nell’istanza che domani sarà sul tavolo del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del pm Erminio Amelio, sostengono di non sapere se effettivamente Jalloud al momento di trovi in Italia. Chiedono perciò ai magistrati di attivarsi, interessando i Servizi tramite la presidenza del Consiglio, affinché si appuri se l’ex primo ministro libico è in Italia e, nel caso, lo si rintracci per interrogarlo. Ma c’è anche un’altra richiesta che l’associazione dei familiari delle vittime guidata da Daria Bonfietti rivolge alla Procura romana: «Tentare, attraverso il ministero degli Affari esteri, di attivare una rogatoria per conoscere se l’attuale Governo provvisorio della Libia sia venuto a conoscenza di documenti e di fatti utili per conoscere la verità su quanto accaduto il 27 giugno 1980». Di motivi per pensare che la Libia sia in qualche modo coinvolta nella vicenda di Ustica, ricordano i familiari nell’istanza, ce ne sono tanti, e tanti sono gli elementi agli atti delle indagini che vanno in questa direzione. Gamberini ne ricorda una su tutti, sottolineandolo anche all’interno dell’istanza: il singolare necrologio (un’intera pagina) fatto pubblicare su un quotidiano siciliano dal Consolato libico di Palermo nei giorni successivi al 27 giugno 1980 per ricordarne le vittime. «Chiediamo che si provi a interrogare Jalloud – afferma Bonfietti – se è vero che in Italia, sarebbe molto importante sapere cosa ha da dire su Ustica, visto che era un capo di altissimo livello». Nell’istanza, l’interrogatorio di Jalloud è visto come uno dei «possibili accertamenti che potrebbe essere utile coltivare al fine di cercare di risalire alla verità sui responsabili della strage». (Fonte Dire)

Un pensiero su “I legali dei familiari delle vittime chiedono alla Procura di Roma di interrogare Jalloud

  1. Massimo Macciò

    Sono d’accordo e aggiungo: che fine ha fatto l’archivio dei servizi segreti libici scoperto nel corso della guerra e asseritamente custodito o, ameno, sorvegliato dall’organizzazione non governativa “Human Rights Watch”?

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