I Ministeri della Difesa e dei Trasporti dovranno risarcire i familiari delle vittime

di | 12 Settembre 2011

I Ministeri della Difesa e dei Trasporti dovranno risarcire oltre 100 milioni di euro (oltre oneri e interessi) ai familiari delle vittime della Strage di Ustica. Lo ha deciso questa mattina la terza sezione civile del Tribunale di Palermo (giudice Paola Proto Pisani). Il processo si era aperto il 9 gennaio 2008, dopo che alcuni familiari degli 81 passeggeri del volo Itavia 870 avevano citano in giudizio i due dicasteri, accusandoli di «omissioni e negligenze» e di aver impedito di sapere cosa accadde la sera del 27 giugno 1980. I legali dei familiari – gli avvocati Alfredo Galasso, Daniele Osnato, Massimiliano Pace, Giuseppe Incandela, Fabrizio e Vanessa Fallica, Gianfranco Paris – invocando l’esistenza del diritto all’accertamento della verità, hanno sostenuto che i due dicasteri non avevano adeguatamente protetto il Dc9, pur sapendo che un tratto dell’aerovia percorsa quella sera dal volo Itavia 870, denominato “Punto Condor”, era scarsamente vigilato dai radar. Il 30 maggio 2007, la seconda sezione civile del Tribunale di Palermo aveva condannato gli stessi ministeri al risarcimento, per complessivi 980 mila euro, di altri 15 familiari. Nel giugno 2010 la Corte d’Appello di Palermo ha confermato quest’ultima sentenza quantificando, nei confronti degli stessi familiari, un risarcimento complessivo di un milione e 390mila euro.
«La sentenza – affermano gli avvocati in una nota diffusa oggi – è stata depositata all’esito di una lunga ed articolata istruttoria, durata circa tre anni, nella quale il Tribunale ha avuto modo di apprezzare e valutare tutte le emergenze probatorie già emerse nel procedimento penale». Secondo i legali dei parenti delle vittime della strage di Ustica, «il risultato della vicenda processuale rende giustizia per la ultratrentennale tortura che i parenti delle vittime hanno dovuto subire ogni giorno della loro vita anche a causa dei numerosi e comprovati depistaggi di alcuni soggetti deviati dello Stato». La sentenza potrebbe inoltre aprire apre un nuovo percorso per la ricerca della verità. Infatti, sempre secondo i legali, fu un missile – probabilmente di nazionalità francese o statunitense – ad abbattere il volo del DC9 Itavia, come alcuni testimoni, tra cui l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, hanno affermato durante il processo. «Ci si auspica vivamente – proseguono gli avvocati – che chi di dovere, nell’ambito delle proprie attribuzioni parlamentari, avvii ogni opportuna, ed a questo punto indefettibile, azione nei confronti della Francia e degli Stati Uniti affinchè sia finalmente ammessa, dopo più di un trentennio, la responsabilità per il gravissimo attentato». I legali auspicano inoltre che «in concomitanza della caduta del regime di Gheddafi, la nazione sia direttamente informata del contenuto degli archivi dei servizi segreti libici nei quali si ha ragione di ritenere che siano contenuti ulteriori documentazioni rilevanti sul fatto. E ciò consentendosi un accesso diretto da parte dell’Italia senza alcuna manomissione» (Fonte Ansa).

Il dispositivo della sentenza
Il comunicato dei legali dei familiari delle vittime
Su stragi80 tutte le sentenze precedenti
La deposizione di Francesco Cossiga al processo civile di Palermo
L’atto di citazione dell’avvocato Daniele Osnato

Rassegna stampa:

Ustica, condanna record per i ministeri (Il Fatto, di Antonella Beccaria)
E adesso rischiano i generali (Corriere della Sera, di Andrea Purgatori)
Ustica, ministeri condannati (Il Messaggero, di Fabrizio Colarieti)
Ustica, i ministeri condannati a risarcire (la Repubblica, di Salvo Palazzolo)

4 pensieri su “I Ministeri della Difesa e dei Trasporti dovranno risarcire i familiari delle vittime

  1. Stefano De Pietro

    Sono contento che finalmente sia stata fatta chiarezza almeno su questo fatto, però mi chiedo chi debba pagare queste somme. La sentenza attribuisce quest’onere ai dicasteri difesa e trasporti, quindi in pratica dovrebbero essere i cittadini italiani a pagarle.
    Mi sembrerebbe più logico bloccare invece stipendi e pensioni di coloro che allora ricoprivano quelle cariche che hanno consentito di nascondere la verità, perché è evidente che il popolo italiano non ha alcuna intenzione di sborsare questi soldi, specialmente in un momento di degrado economico come questo.
    Rivolgo quindi un appello ai familiari, ai quali mi unisco insieme a tanti altri nel giudizio contro i fatti accaduti, affinché sospendano la richiesta di esborso ai ministeri e richiedano al giudice di intervenire invece sui diretti responsabili. Sono così tanti e così ricchi che i soldi li hanno certamente.
    Stefano De Pietro
    Genova

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