La Procura di Bologna “assolve” il volantino del Museo

di | 13 Gennaio 2012

Secondo la Procura di Bologna va archiviata la querela per diffamazione presentata dall’ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e della Difesa, generale Lamberto Bartolucci, nei confronti degli autori di un volantino-depliant sulla ricostruzione della strage di Ustica (27 giugno del 1980, un aereo Itavia si inabissò con a bordo quattro membri dell’equipaggio e 77 passeggeri), distribuito al Museo della memoria di Ustica, che si trova nel capoluogo emiliano. Per il Pm Giampiero Nascimbeni non ci sono elementi di rilevanza penale e comunque non ci sono elementi per andare in giudizio e sostenere l’accusa. Il generale aveva spiegato nel giugno scorso di aver presentato la querela perchè «non si può tollerare dopo anni di sofferenze ed un processo nel quale assieme ad altri generali dell’Aeronautica sono stato prosciolto da ogni addebito, di essere nuovamente vittima di affermazioni false e diffamatorie nei confronti miei, dei colleghi nel frattempo deceduti e dell’intera Aeronautica italiana». Ad essere contestato era, innazitutto, un passaggio del depliant in cui si diceva che gli imputati accusati di alto tradimento vennero «prosciolti nel 2004 e all’inizio del 2006 assolti dalla Cassazione». Secondo Bartolucci si tratta di una informazione non esatta, visto che i gen. Corrado Melillo e Zeno Tascio vennero assolti per non aver commesso il fatto, perchè il fatto non costituisce reato e perchè il fatto non sussiste. Per i generali Bartolucci e Franco Ferri la Corte di Assise aveva deciso il non doversi procedere per prescrizione per un paio di capi di imputazione e assoluzione perchè il fatto non sussiste per tutte le altre imputazioni. Riguardo al passaggio che dice «all’inizio del 2006 assolti dalla Cassazione», Bartolucci e Ferri vennero assolti in Assise d’Appello perchè il fatto non sussiste e la sentenza fu poi confermata dalla Cassazione. Secondo la Procura di Bologna non c’è contenuto diffamatorio ma si tratta di una piccola leggerezza nella ricostruzione. C’era poi un passaggio del volantino ritenuto diffamatorio dal generale, perchè si diceva che i Vertici dell’Aeronautica Militare e in parte dello Stato «hanno ritenuto essere fedeli al patto militare prima che al loro paese». Ma per il Pm Nascimbeni queste considerazioni hanno avuto riscontro nelle sentenza con cui la terza sezione Civile del Tribunale di Palermo nel novembre scorso ha condannato il Ministero della Difesa al risarcimento dei danni dovuti per intralci alle indagini di appartenenti all’Aeronautica militare. In pratica il giudizio della Procura è che il volantino, che riporta affermazioni non dirette contro Bartolucci ma contro vertici di Aeronautica e di parte dello Stato, è la sintesi di una verità giudiziaria e non travalica i limiti dell’esercizio del diritto di critica. Quindi non c’è diffamazione. Sul volantino ci furono anche polemiche politiche, avviate da Carlo Giovanardi, allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio del Governo Berlusconi.
«C’è da rimanere esterrefatti – afferma il senatore Carlo Giovanardi del Pdl – nell’apprendere che il Pubblico ministero di Bologna dr. Giampiero Nascimbeni ha chiesto l’archiviazione della querela presentata dal generale Lamberto Bartolucci ignorando totalmente anni di processo penale, sfociati in una sentenza della Suprema Corte di Cassazione, passata in giudicato, che ha prosciolto pienamente l’Aeronautica militare e i suoi ufficiali da ogni responsabilità per la tragedia di Ustica, citando invece una sentenza civile di primo grado del Tribunale di Palermo, contro la quale l’Avvocatura dello Stato ha tempestivamente presentato appello. Apprendiamo quindi che secondo il Magistrato bolognese – prosegue – la verità giudiziaria non è quella espressa dalle sentenze passate in giudicato ma, quella che fa più comodo citare anche se non ha nulla di definitivo. Nel confermare la mia solidarietà ai familiari delle vittime del DC9 di Ustica, abbattuto dall’esplosione di una bomba collocata nella toilette di bordo, esprimo altrettanta solidarietà alle nostre Forze Armate e a quei servitori dello Stato che, malgrado la riconosciuta innocenza, continuano impunemente ad essere indicati come traditori della Patria». (Fonte Ansa)