Speciale Matrix su Ustica, on-line la puntata integrale

di | 11 Febbraio 2016

E’ disponibile sul sito di Mediaset la registrazione integrale [guarda] dello speciale di Matrix andato in onda su Canale 5 il 10 febbraio. La puntata, che comprende anche la versione integrale del docufilm di Canal Plus e il successivo approfondimento condotto in studio da Luca Telese, tornerà in onda anche domenica 14 febbraio alle 21.30 su Tgcom24 (canale 51 del digitale terrestre).

50 pensieri su “Speciale Matrix su Ustica, on-line la puntata integrale

  1. Enrico Brogneri

    Sig. Cipressi, Lei fa bene a difendere la sacralità della discussione anche se poi non esita a citare il Suo libro come se il sito fosse un reliquiario, nel quale possono avere accesso anche diatribe inutili su tubicini deformati e sul numero di ottani della benzina residua del mig libico.
    Che il DC9 sia stato abbattuto nel corso di una battaglia aerea è ormai cosa accertata con sentenze definitive. A che serve dunque continuare a disquisire sulle sempre opinabili perizie tecniche? E’ vero, anche le testimonianze possono a volte inquinare la verità. Ma quando le stesse appaiono spontanee, univoche e concordanti (riconosciute tali dalla sentenza ordinanza di Priore), perché non esaminarle nei dettagli? La tendenza a trascurare le testimonianze è, a mio avviso, il dispositivo privilegiato da chi ha paura di capire o non deve far capire.
    Per ora Le pongo questi interrogativi:
    1. Perché si dà per scontato che l’aereo caduto in Castelsilano fosse il Mig libico rinvenuto dopo 20 giorni quantunque il caporale Di Benedetto, che l’ha piantonato in data del 28.6.80, ne abbia fatto una descrizione diversa per tipologia, abbia indicato un diverso punto di caduta e sostenuto di ricordare la presenza di una coccarda a stella?
    2. Perché gli inquirenti non hanno messo a confronto la mia testimonianza con quella del Di Benedetto per verificare se ci fosse corrispondenza tra il caccia piantonato e quello da me avvistato e descritto con sagoma a delta (Mirage o Kfir) e in grosse difficoltà di volo?
    Sono solo due interrogativi, ma Le assicuro che c’è dell’altro.

  2. giuseppe saraceno

    Dott. Brogneri lei sa nel dettaglio come la penso riguardo la vicenda di castelsilano.

    La testimonianza del Di Benedetto è assolutamente affidabile (ma non indica un punto diverso di caduta, la correggo) come giustamente dice lei, ma proprio per questo dovrebbe rileggere con maggior apertura mentale la mia ricostruzione che lei conosce benissimo.

    Come al solito ricordo che i maggiori depistatori sono, molte volte, proprio quelli che gridano al depistaggio (ovviamente non mi riferisco a lei).
    Le discrepanze tre la testimonianza del di benedetto e quelle di altri anziche essere di stimolo per cercare di capire esattamente cosa successe sono state sfruttate da persone di pochi scrupoli che hanno l’interesse di far apparire tutti come dei depistatori e dei bugiardi.
    Io la penso in modo diverso, le discrepanze sono uno stimolo per capire meglio, e facendo un piccolo sforzo è possibile ricostruire i fatti in modo tale che appare evidente che, non solo di benedetto è un testimone affidabile, ma che addirittura dice molto di piu di quello che egli stesso pensa di aver detto.

    In generale posso dire senza problemi che la stragande maggioranza dei testimoni hanno riferito correttamente i fatti, anche quando ad un superficiale lettura le testimonianze appaiono in contrasto fra loro.

    Il mantra del depistaggio è un’abile depistaggio.

    Comunque nessuna volontà polemica con lei, ci mancherebbe altro, rispetto le sue idee, ma sono paziente e non insisto.

    saluti

    sg

  3. Ramon Cipressi

    Il passo del libro era adatto alla risposta, quindi ho evitato di riscriverlo.
    In ogni caso, riporta Informazioni assolutamente Certificate, può controllare su un qualunque Jane’s le dotazioni di bordo della Saratoga e non troverà inesattezze.
    Perchè è questo il punto: “Che senso ha fare ricerche Personali, se poi non sono esatte e certificate?”.
    Allora, dico, è meglio lasciare fare ai professionisti, visto che abbiamo a disposizione un’ Inchiesta di 5000 pagine, cioè il Procedimento Penale Nr.527/84 A G.I. composto dagli Investigatori di Priore, che sicuramente non hanno riportato favole, visto che era il loro lavoro.
    Infatti, il Procedimento Priore, per quanto mi riguarda è la mia Fonte di riferimento per eccellenza, che ho studiato con attenzione e che utilizzo nelle argomentazioni.
    Sostanzialmente, mi pregio, in ciò che scrivo “Di Non Inventare Nulla” ma di riportare le analisi fatte dai migliori specialisti del Settore.
    Per esempio il Professor Firrao per la Metallofrattografia, Pent per gli esplosivi, Vadacchino per la radaristica etc etc.
    In questo modo sono certo di non deludere i lettori, tra i quali, non dimentichiamo, ci sono i Parenti di Coloro che erano a bordo dell’ I-TIGI.
    Non me la sentirei di essere impreciso con loro, solo perchè non ho avuto tempo o voglia di studiare bene l’accertamento dei fatti.
    Lei ha questo Coraggio?

    Tornando alla parte tecnica:
    1) Secondo i dati del Procedimento Penale Nr.527/84 A G.I., l ‘ aereo trovato sulla Sila era un MiG 23 MF dell’ Aeronautica Libica matricola 6950, perfettamente identificato ed esaminato.
    E’ stato trovato spezzato in 3 tronconi principali, che hanno comunque consentito di verificare una dotazione di bordo da “Trasferimento” non avendo installati nemmeno i “pilons” dei missili e privo ormai di carburante, causa probabile della caduta.
    La sua carlinga riportava i famosi fori di cannoncino da 20 mm che l’Aeronautica ha fatto finta di mascherare utilizzando le lamiere per delle prove di scoppio del Missile Aspide.
    Adesso, a parte che questi sono i dati dell’Inchiesta, mi dite il perchè del tentativo di “Masquerade” (fallito) se quello non fosse stato veramente l’aereo protagonista dell’incidente del 27 Giugno?

    2) Non mi risulta, dalla sua testimoninza, Avvocato Brogneri ( ma sarei lieto di essere smentito) che Lei fosse sulla spiaggia di Paola, sul Monte Scuro, nei pressi dello Stadio di Cosenza ed infine a Castelsilano, la sera del 27 Giugno 1980, tra le ore 21.15 e le 21,30, dove numerosi testimoni hanno rilasciato testimonianze congruenti, descriventi un inseguimento tra 3 velivoli, uno piccolo di colore mimetico e due più grandi con doppi motori, che si svolse nei tempi e nelle località descritte, inquadrando ormai con elevatissima probabilità l’evento finale di questa Tragedia, cioè l’abbattimento sui monti della Sila del famoso “intruso” nel volo dell’I-TIGI.
    Le testimonianze, tra l’altro, sono anche compatibili con le rotte opportune, infatti prolungando verso sud-est la linea passante per la posizione dei testimoni, si ottiene proprio Timpa delle Magare e, prolungando verso Nord Ovest, incrociamo il leggendario (udite, udite) …. Punto Condor.
    Vale a dire che il nostro “intruso”, per andare dal Punto Condor a Timpa delle Magare, … non ha nemmeno cambiato rotta.

    Lei invece Avvocato, se non ricordo male, si trovava in una posizione di osservazione molto più meridionale, pertanto gli Intercettori che ha visto saranno stati certamente alcuni dei molti aerei che partecipavano alle ricerche dell’intruso, ma non proprio, diciamo, i “protagonisti diretti”… con questo non vedo la incompatibilità della sua Testimonianza.
    Anche Lei potrà dire al Generale Tricarico che quella sera il cielo era pieno di Aerei Militari, non certo “vuoto ” come sostenuto….

  4. Enrico Brogneri

    Sig. Cipressi e Sig. Saraceno,
    rispondo ai vostri commenti solo per incoraggiarvi a studiare meglio la storia di Ustica. Vi fornisco quindi il sottostante materiale.
    TRATTO DA WIKIPEDIA
    Testimonianze a contrasto del rapporto dell’Aeronautica[modifica | modifica wikitesto]
    La circostanza, secondo cui il Mig libico rinvenuto nel territorio di Castelsilano non fosse precipitato il 18 luglio 1980 ma la notte stessa della caduta del DC9 Itavia, fu evocata dalla testimonianza resa dall’avvocato catanzarese Enrico Brogneri, che l’11 ottobre 1989 scrisse una lettera alla redazione del quotidiano “La Stampa” dicendo di aver visto un aereo militare sorvolare la città di Catanzaro a bassa quota la sera del 27 giugno 1980 (data della caduta del DC-9 Itavia). Interrogato dal giudice Bucarelli[61] in qualità di teste nell’ambito dell’inchiesta sulla strage di Ustica, l’avvocato affermò di non aver visto la coccarda stampigliata sulla carlinga, che era di colore bianco-celestino; descrisse il velivolo come una sagoma compatta a forma di triangolo equilatero, precisando che gli era parso privo di armamento e che volava in planata, con luci e motori spenti, come se fosse in difficoltà. Successivamente Brogneri incontrò il giornalista Claudio Gatti[62], conversando col quale affermò che l’aereo da guerra in questione non corrispondeva al Mig libico. Gatti gli chiese quindi di visionare diversi modelli di aereo, e l’avvocato affermò di riscontrare una somiglianza col la sagoma dei Dassault Mirage francesi o dei Kfir israeliani. Dopo tale incontro, Brogneri dichiarò di sospettare che a Castelsilano qualcuno avesse attuato un depistaggio volto a scollegare l’episodio del MiG dalla caduta del DC-9, a suo dire allo scopo di far riferire al leader libico Mu’ammar Gheddafi la paternità della strage. L’avvocato informò il giudice istruttore Priore[63] della nuova evenienza e del suo sospetto in una lettera dell’8 settembre 1992, con la quale gli chiese tra l’altro di valutare “… se l’eventuale attività di depistaggio, volto a posdatare l’evento” fosse stata o meno “preceduta dal preliminare recupero dell’aereo effettivamente caduto e dalla sua sostituzione con un diverso tipo di velivolo”.
    A seguito di siffatta deposizione, Priore si recò in Calabria per ascoltare altri possibili testimoni. A suffragare l’ipotesi che l’aereo libico MiG-23 fosse caduto non il 18 luglio, come sostenuto dalla versione ufficiale, bensì il 27 giugno 1980 contemporaneamente al DC-9 Itavia, intervenne la testimonianza di Filippo Di Benedetto, che nel 1980 era caporale e prestava servizio di leva presso la caserma Settino di Cosenza; costui dichiarò al giudice che il 28 giugno 1980 (il giorno successivo alla caduta del DC-9 Itavia) era stato inviato per servizio insieme ad altri soldati nella zona di Castelsilano, dove era caduto un aereo da guerra che avrebbero dovuto piantonare[64].

    TRATTO DALLA SENTENZA-ORDINANZA DI PRIORE
    da pag. 4288 a pag.4290
    La testimonianza di Brogneri.
    La presenza di aerei la sera del 27 giugno 80 nel cielo sovrastante la zona di caduta del MiG23 risulta, oltre che dal messaggio S.I.S.MI già riportato anche da testimonianze su cui ci si deve soffermare. La prima è quella di tal Brogneri Enrico, avvocato del foro di Catanzaro. Costui, che vive ed esercita la professione nel capoluogo calabrese, s’indusse nell’89 a riferire quanto a sua conoscenza a seguito di dichiarazioni rese in Parlamento dall’onorevole Martinazzoli, all’epoca Guardasigilli, in risposta ad interrogazioni sul caso Ustica. Il ministro, evidenziando l’esigenza per lo Stato di far chiarezza sulla vicenda, sia sul versante nazionale che su quello internazionale, in effetti, secondo l’interpretazione del teste, rivolgeva un invito a tutti coloro che avessero potuto dare un apporto alle indagini. In tal senso s’è sentito destinatario del messaggio per quanto a sua conoscenza e s’è rivolto alla stampa, riferendo le sue cognizioni, quanto cioè aveva visto quella sera del 27 giugno 80. La testimonianza di Brogneri concerne un tempo brevissimo. La sera della caduta del DC9, intorno alle 21.30, egli vide nitidamente un aereo, che stima 4289 essere il MiG23 di Castelsilano, sorvolare la città di Catanzaro, a “fari spenti e silenziosamente”, quasi planando ad una quota molto bassa. Ciò nella seconda decade dell’ottobre 89. Stampa, radio e televisione riportano nel successivo novembre la notizia. A seguito di sollecitazione telefonica – probabilmente in quel torno di tempo – ed epistolare del 31 maggio 90, dopo il deposito della prima perizia tecnico-scientifica, l’ufficio lo assume il 20 giugno 90. Il teste è sicuro della data per due ordini di ragioni. In primo luogo perché in quei giorni i suoi genitori erano impegnati nei preparativi per le vacanze ed egli assiste al fatto mentre lascia la casa paterna per quella dei suoceri. In secondo luogo perché il giorno successivo ricercando sulla stampa la notizia di quanto aveva visto, lesse invece della caduta del DC9 in zona completamente diversa da quella ove egli aveva previsto dovesse essersi abbattuto l’aereo militare notato. Questo velivolo volava a una quota, come detto, molto bassa, sui 70 metri dal suolo; “appariva in evidente difficoltà perché non aveva le luci accese e planava a bassa velocità”, “senza che da esso provenisse rumore dei motori”. Era, secondo il teste, sicuramente un aereo militare, per le dimensioni, la sagoma, l’attaccatura delle ali alla fusoliera di notevoli dimensioni; il colore della “pancia” e della parte inferiore delle ali era grigio chiaro. La direzione dell’aereo era Nord-Ovest verso Crotone. Il teste voleva riferire il fatto ai Carabinieri, ma ne fu dissuaso dalla moglie che sdrammatizzò l’episodio. Che però tornò alla sua mente il giorno che fu rinvenuto il MiG sulla Sila, senza però che ne derivasse una relazione tra i fatti. Solo dopo una trasmissione televisiva, Telefono Giallo su Ustica, ebbe modo di riflettere e connetterli. Ne portò a conoscenza suo padre, che gli consigliò di non “intromettersi”. (v. esame Brogneri Enrico, GI, 20.06.90). Escusso nuovamente l’8 ottobre dello stesso anno il teste confermava la precedente dichiarazione, precisando alcune circostanze. Egli vide l’aereo mentre si trovava a bordo della sua Renault 5 in viaggio tra le due abitazioni sopra specificate, precisamente in via Jan Palach nel quartiere dello stadio, strada che in quel tratto è in discesa verso piazza dei Martiri di Ungheria. L’aereo è “passato quasi” sulla sua vettura e andava in direzione a Nord di Crotone. Non era ancora scuro, perché “ci si vedeva”, anche se l’illuminazione pubblica era già accesa; “c’era ancora una luce diffusa”. Il velivolo, almeno nella parte inferiore era di colore grigio chiaro; misurava circa 15 metri di lunghezza; le ali erano “molto aperte”. Spiega quindi i tempi delle sue riflessioni, dei consigli del padre, della trasmissione televisiva e della scelta del giornale, cui destinò per primo la lettera con le sue “rivelazioni”. Specifica infine che nella prima 4290 testimonianza non disse, quanto alla direzione dell’aereo, nè Nord Ovest nè Nord Est, bensì più a sinistra di Crotone verso Nord, tracciando su una carta della Calabria quella direzione. L’8 settembre 92 il teste invia una lettera all’Ufficio, per riferire di aver visionato un MiG23 S-Flogger e di aver ricordato che le caratteristiche della sagoma di questo aereo non corrispondono a quelle dell’aereo da lui visto. Sarebbe rimasto fuorviato dall’erroneo convincimento secondo cui gli aerei militari, nel ritrarre le ali cd. a geometria variabile, potessero assumere quella particolare forma triangolare e compatta che lo aveva colpito e che invece è caratteristica dei velivoli a delta. Chiede pertanto di essere nuovamente sentito al fine di contribuire ad accertare: se l’aereo avvistato fosse l’inseguito o l’inseguitore rispetto al MiG e se l’eventuale attività di depistaggio, volta a postdatare l’evento, sia stata preceduta dal preliminare recupero dell’aereo effettivamente caduto e della sua sostituzione con diverso tipo di velivolo. Sentito nuovamente il 25 settembre 92 il teste ha confermato quanto già dichiarato e quanto scritto nella lettera dell’8 precedente. Ha riferito di aver continuato ricerche personali al fine di determinare il tipo di aereo da lui avvistato la sera del 27 giugno 80. Ha ribadito che in quella occasione egli vide un aereo dalla forma triangolare, compatta e di dimensioni non grandi, specificando che la forma era quella di un triangolo equilatero. Ha acquistato nel luglio 92 la video-cassetta con il film “Muro di gomma” e nell’intervista al giornalista del giornalista Giancarlo Mazzini al collega Andrea Purgatori ha notato sullo sfondo del filmato due aerei a delta durante l’atterraggio sulla portaerei Saratoga. Questi velivoli lo hanno particolarmente colpito per avere una sagoma molto simile a quella dell’aereo della sera del 27 giugno 80 – “ricordano tantissimo la sagoma dell’aereo avvistato la notte di Ustica”. (v. esame Brogneri Enrico, GI 25.09.92).

    Buon lavoro.
    Avv. Enrico Brogneri

  5. stragi80 Autore articolo

    Se possibile vi preghiamo di mantenere toni pacati nella discussione e di evitare polemiche. Grazie

  6. Ramon Cipressi

    Egr. Dr Brogneri, la ringrazio per aver riportato le testimonianze che, peraltro, ricordavo correttamente e che commentato con esattezza. Infatti queste sono le sue dichiarazioni:

    “..un aereo militare sorvolare la città di Catanzaro..”
    “… riscontrare una somiglianza col la sagoma dei Dassault Mirage francesi o dei Kfir israeliani …”
    “… sagoma compatta a forma di triangolo equilatero…”
    “… il colore della “pancia” e della parte inferiore delle ali era grigio chiaro …”
    “… nella parte inferiore era di colore grigio chiaro; misurava circa 15 metri di lunghezza; le ali erano “molto aperte”…”
    “… due aerei a delta durante l’atterraggio sulla portaerei Saratoga. Questi velivoli lo hanno particolarmente colpito per avere una sagoma molto simile a quella dell’aereo della sera del 27 giugno 80 – “ricordano tantissimo la sagoma dell’aereo avvistato la notte di Ustica” …”

    Per concludere con incontrovertibile ammissione personale scritta:
    “… L’8 settembre 92 il teste invia una lettera all’Ufficio, per riferire di aver visionato un MiG23 S-Flogger e di aver ricordato che le caratteristiche della sagoma di questo aereo non corrispondono a quelle dell’aereo da lui visto…”

    Dunque, l’Avvocato scrive al Magistrato di non aver visto il MiG-23, bensì altri aerei con le ali a Delta e con la parte inferiore Grigio Chiaro, forme e colori, infatti, che si adattano bene agli aerei NATO dell’epoca e meno bene al MiG-23, che ha le ali a configurazione variabile e la fusoliera inferiore azzurra.

    Pertanto non vedo la contraddizione con quello che avevo scritto:

    “Lei invece Avvocato, se non ricordo male, si trovava in una posizione di osservazione molto più meridionale, pertanto gli Intercettori che ha visto saranno stati certamente alcuni dei molti aerei che partecipavano alle ricerche dell’intruso, ma non proprio, diciamo, i “protagonisti diretti”… con questo non vedo la incompatibilità della sua Testimonianza.
    Anche Lei potrà dire al Generale Tricarico che quella sera il cielo era pieno di Aerei Militari, non certo “vuoto ” come sostenuto….”

    Perchè, alla fine, al di là della definizione esatta dei modelli militari, è questa la vera importanza della Testimonianza dell’Avvocato Brogneri: aver confermato una elevata attività aerea , anche nell’area di Catanzaro, limitrofa ai monti della Sila, che conferma una Condizione Militare non certo normale, in netto contrasto con le versioni ufficiali secondo le quali “Nulla accadde in un cielo vuoto”…

    1. Enrico Brogneri

      Ing. Cipressi,
      c’è ancora qualcosa che non va.
      1. In una lettera del 19.2.92 diretta all’Emittente VL7 Cinquestelle ho indicato il colore bianco con riflessi sul celestino, colore che poteva apparirmi anche grigio chiaro per effetto delle luci gialle del locale carcere minorile. Nel corso della deposizione avanti La Corte d’Assise, ho confermato detto colore e ho anche chiarito che l’aereo m’era sembrato di piccole dimensioni e un po’ vecchiotto;
      2. la città di Catanzaro dista in linea d’aria pochi Km da Paola e dal Tirreno. Quindi la distanza può essere coperta da un aereo in pochi minuti;
      3. Non ho mai dichiarato di aver riscontrato una grande attività di intercettori. Ho solo detto di aver visto un solo aereo da guerra in evidente difficoltà di volo;
      4. A proposito delle ali, ho chiarito ai giudici della Corte d’Assise che, quando ho dichiarato che le stesse erano molto aperte, intendevo dire che erano spiegate nella loro forma obbligata di aereo a delta;
      5. considero importante la mia testimonianza soprattutto nel punto in cui ho allertato Priore sulla possibile sostituzione dell’aereo di Castelsilano, ipotesi questa che, se venisse accertata, aprirebbe le porte a scenari ben diversi e più gravi di quello che si tende a privilegiare (uccisione di Gheddafi) senza un minimo di prove.

  7. giuseppe Saraceno

    Dott. brogneri con il massimo rispetto.
    Quei documenti li ho letti almeno una decina di volte.
    Le faccio due osservazioni.
    Lei piu volte mi ha ribadito che l’aereo da lei visto aveva l’ala a delta che finiva all’altezza dello scarico del motore e che quindi non aveva i piani di coda. Ma l’aereo che lei giudica molto somigliante a quello da lei visto è (non puo essere altro) un A4 skyhawk. L’unico aereo imbarcato americano con ala a delta di quell’epoca che conosca. Ma l’A4 ha i piani di coda. L’A4 somiglia molto di piu (in pianta) ad un mig21 che ad un Mirage o ad un KFIr (che ne è una copia). Giusto per chiarire i miei dubbi.
    Seconda osservazione.
    In precedenti commenti lei aveva riferito che andò a castelsilano nei giorni immediatemente successivi alla caduta del dc9 itavia (quando? , se mi è consentito chiederglielo).
    Quando si trovò sul posto notò che stavano costruendo una stradina. Secondo lei (se ho capito bene) per far sparire l’aereo caduto e sostituirlo con il mig23.
    Io le feci notare che se andava a confrontare il luogo dove stavano costruendo la strada (che lei è perfettamente in grado di individuare su una cartina) e il luogo (ufficiale) dove cade il mig23 (non immediato da capire dai documenti disponibili ma che si trova dopo una semplice ricerca) si renderà conto che il MIG23 NON è caduto dove stavano costruendo la strada vista da lei. Sono due valli confinanti e i due luoghi distano circa un chilometro in linea d’aria.
    Ora, dalla frase del suo commento “Di Benedetto, che l’ha piantonato in data del 28.6.80, ne abbia fatto una descrizione diversa per tipologia, abbia indicato un diverso punto di caduta” (premesso che di benedetto NON indica un punto del ritrovamento con precisione, non dice un’altro luogo e neanche dice MIG23, sono i giornali che gli fanno dire “ho fatto la guardia al mig23”, lui la parola mig23 non l’ha mai pronunciata) ,tornando a noi, ne deduco che lei ha evidentemente fatto le verifiche che le avevo suggerito e si è ritrovato con le mie conclusioni. Sono due luoghi diversi.
    Meglio. I due scene sono completamente diverse fra loro.
    Le due scene descritte (quella dal di benedetto e quella dai testimoni che sono andati sul luogo di caduta del mig23) sono completamente diverse, come le ho dettagliamente descritto privatamente.
    La mia ricostruzione giustifica completamente queste discordanze senza ipotizzare nessun evento miaterioso o operazioni difficili da realizzare in quei luoghi e senza tentare di sfruttare queste discordanze per invocare il solito mantra del depistaggio.
    La mia ricostruzione giustifica e si raccorda perfettamente con il discorso sul carburante e quello della mancanza della tuta anti-g del pilota del mig23 e tante altre discordanze che da 35 anni ci tormentano sui giornali e nei discorsi tra gli addetti ai lavori.
    Non capisco perche non si vuole credere ad un ipotesi (la mia) cosi semplice e lineare.
    Capisco le sue perplessità , rispetto le sue posizioni e non intendo imporgli niente , ma anche io, giustamente, devo, e ci tengo, a portare avanti le mie tesi.

    Comunque in piccolo passo avanti lo abbiamo fatto, meglio di niente.

    Distinti saluti

    Giuseppe Saraceno

    1. Enrico Brogneri

      Signor Saraceno,
      1. A suo tempo Le ho chiarito che la copia dell’aereo A4, trovato allegato ad una Sua mail, non poteva corrispondere, per i piani di coda, all’aereo da me avvistato. Rispondendo alla detta mail, Le ho anche detto che non capivo il perché della Sua insistenza a farmelo riconoscere;
      2. se ricordo bene, a Castelsilano sono andato nel gennaio – febbraio del 1991;
      3. della stradina, che trovai ancora evidente in tale ultima occasione, mi parlò un contadino del luogo che, previa ricompensa, mi accompagnò fino al punto di caduta del presunto Mig. Quando gli chiesi di dirmi chi l’aveva eseguita, mi rispose che erano stati i militari e aggiunse che non erano chiari i motivi della realizzazione;
      4. personalmente ricordo la presenza di una sola valle e non di due valli;
      5. Lei prova ancora a farmi dire cose che non ho mai detto e mi riferisco al punto in cui scrive “… ne deduco che lei ha evidentemente fatto le verifiche che le avevo suggerito e si è ritrovato con le mie conclusioni. Sono due luoghi diversi. …” Si rassegni, non ho mai detto queste cose e aggiungo che non ho neppure condiviso la Sua ricostruzione. Mi dispiace, ma proprio non riesco ad apprezzare questo Suo modo di fare.

      1. giuseppe saraceno

        che pazienza che ci vuole.
        1) l’A4 è l’unico aereo con ali a delta imbarcato che conosco. se lei ha riconosciuto un aereo simile a quello avvistato da lei appontare sulla saratoga nel filmato muro di gomma quello non poteva essere che un A4, le foto che le ho inviato nella email erano di un mig21 non di A4.
        2) grazie.
        3) grazie ancora, ottimo.
        4) le valli raggiungibili da una strada partendo da castelsilano sono due (e solo due!) . guardi su google map se non ci crede, se vuole le invio una immagine.
        5)questa è una sua frase, appena scritta :
        “Perché si dà per scontato che l’aereo caduto in Castelsilano fosse il Mig libico rinvenuto dopo 20 giorni quantunque il caporale Di Benedetto, che l’ha piantonato in data del 28.6.80, ne abbia fatto una descrizione diversa per tipologia, abbia indicato un diverso punto di caduta e sostenuto di ricordare la presenza di una coccarda a stella?”
        Di Benedetto non ha indicato nessuna “DIVERSO” punto di caduta. Come faceva di benedetto a dire “DIVERSO” ? Lo sta dicendo lei, cioe LEI sta dicendo che di benedetto ha indicato un punto di caduta DIVERSO da quello che a LEI risulta. Quindi: (ricordo bene lo scambio di commenti di qualche mese fa) visto che io le suggerivo di verificare questi due punti, che secondo ME non erano coincidenti (al contrario di quello che sosteneva lei) se ora scrive che i due punto NON sono coincidenti ne deduco che ha fatto almeno una verifica, come le suggerivo io sempre nei miei precedenti commenti.

        A parte questi sterile diatriba senza futuro. Mi dice se SECONDO LEI il punto dove è CERTAMENTE caduto il mig23 corrisponde al punto dove ha visto la stradina e dove il contadino le ha indicato?
        Grazie
        saluti

        sg

  8. Enrico Brogneri

    Mettiamo un po’ d’ordine.
    Quando Priore ricevette la lettera del 21 novembre 1992, volle ascoltarmi ancora una volta e mi convocò nel bunker di Piazza Adriana. Nella detta lettera avevo scritto che durante il servizio sul caso Ustica, andato in onda nel telegiornale del 18 novembre, avevo riconosciuto, nelle immagini dei due aerei in fase di decollo dalla Saratoga, una sagoma molto simile a quella del mio avvistamento. Priore, che intanto s’era fatto consegnare dalla prima rete TV una cassetta riproducente il servizio, me lo ripropose al rallenty e col fermo immagine. Nella successiva discussione mi chiarì che quei due aerei non erano in fase di decollo dalla Saratoga, ma si trovavano in fase di atterraggio in un aeroporto non specificato. Quando poi presi a sospettare che potessero essere le stesse immagini, cui avevo fatto riferimento nella precedente audizione del 25 settembre 1992, mi confermò che erano proprio le stesse, ancorché diversamente montate.
    Cosa avevo detto nell’interrogatorio del 25 settembre?
    Avevo mostrato al giudice la foto di un Mirage per sottolinearne la somiglianza con i due aerei che s’intravedevano in fase di atterraggio nella videocassetta del film “il muro di gomma” durante l’intervista (riportata in calce al film) del giornalista Giancarlo Mazzini ad Andrea Purgatori.
    Chiarito questo aspetto (la Saratoga quindi non c’entra), passiamo alla testimonianza del caporale Di Benedetto, avvertendo che in genere le prime dichiarazioni ufficiali sono le più genuine e attendibili.
    Questo è quanto lo stesso ha dichiarato al settimanale L’Espresso in data 25.11.1990 a domanda del giornalista che lo invitava a descrivere la scena nel modo più preciso possibile: “ Intanto il luogo era molto più pianeggiante di come è stato descritto dalla televisione e dai giornali. L’aereo, poi, non era distrutto. Sembrava quasi intatto. Come se fosse atterrato sulla pancia. Intorno non c’era nessun pezzo sparpagliato. Solo a una cinquantina di metri più avanti vidi un grande paracadute bianco aperto e aggrovigliato. Sull’aereo ricordo i colori bianco e azzurro. Non ho visto scritte particolari, ma sulle fiancate c’era uno stemma che mi sembrò una specie di stella”.
    Ma come, i giornalisti della televisione e della carta stampata hanno fatto una diversa descrizione dei luoghi? E’ proprio così. L’aereo piantonato dal Di Benedetto si trovava in una zona pianeggiante ed era un caccia diverso dal Mig libico che, invece, fu rinvenuto dopo 20 giorni accostato al costone del dirupo, a pochissima distanza dal punto in cui la vegetazione mostrava le tracce di un principio di incendio.
    Sig. Saraceno non Le pare abbastanza per sospettarne la sostituzione?

  9. Teresa

    = Per Avv. Enrico BROGNERI

    Mi associo alle ultime domande che le ha posto Giuseppe SARACENO e La leggerò ben volentieri.
    Comunque grazie.

  10. giuseppe saraceno

    Dott. brogneri la ringrazio sinceramente per la precisazione.
    Ha ragione quando dice che le prime dichiarazioni sono le piu attendibili e ha ragione quando dice che, in effetti, di benedetto descrisse il luogo in cui fece la guardia, dal giorno 28-6, all’aereo precipitato come una valle molto piu ampia di quella in cui fu ritrovato il mig23. Il mig23 fu ritrovato in una specie di canyon, uno stretto dirupo che richiedeva l’uso della mani per poter essere scalato e per poter raggiungere l’aereo (cosa che di benedetto non fece mai).
    L’aereo caduto il 27 è un’aereo, il mig23 caduto qualche settimana dopo è un’altro aereo, non c’e’ stata nessuna sostituzione.
    Non so se ha fatto apposta ad indicare quel particolare che consente di intentificare l’aereo caduto il 27 quasi senza alcun dubbio, in ogni caso lascio questo oneri agli altri lettori … poi al limite intervengo io.

    saluti

    sg

    1. Ramon Cipressi

      Dunque i nostri Investigatori hanno concluso che gli Aerei caduti a Castelsilano sono ben 2. (Uno il 27 ed uno il… 18 Luglio?)
      Chi glielo dice al Generale Tricarico? 😉

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