Ecco perché la Rai ha rifiutato il film su Ustica di Renzo Martinelli / Il Fatto Quotidiano

di | 10 Marzo 2016

Renzo Martinelli“Ustica” diventa un film. Ma, in attesa del debutto nelle sale cinematografiche il prossimo 7 aprile, per ora a decollare sono soprattutto le polemiche. Innescate da un’intervista rilasciata dal regista Renzo Martinelli al Corriere della Sera per raccontare “una verità inconfessabile”, come recita il trailer della pellicola, sulla strage del 27 giugno 1980, quando il Dc-9 dell’Itavia diretto da Bologna a Palermo esplose in volo causando la morte di 81 persone. A fare da scintilla una frase in particolare. “La Rai non voleva rogne con gli americani…”, aveva rivelato il 6 febbraio scorso a proposito del progetto coprodotto con il Belgio e con la partecipazione del ministero dei Beni culturali, tre Regioni e diversi privati.
Una frase che ha fatto saltare dalla sedia il commissario della Vigilanza Michele Anzaldi del Pd. Che ha subito chiesto conto della vicenda al presidente, Monica Maggioni, e al direttore generale di Viale Mazzini, Antonio Campo Dall’Orto. Con un’interrogazione per sapere, innanzitutto, se Martinelli “abbia proposto” effettivamente “alla Rai la produzione del film”. E, in caso affermativo, se Viale Mazzini “abbia rifiutato di produrre il film per i motivi riferiti dal regista nell’intervista”. Vale a dire le possibili “rogne con gli americani”. Ma non basta. Dal momento che, per legge, il servizio pubblico deve destinare “una quota non inferiore al 15 per cento dei ricavi complessivi annui alla produzione di opere europee, ivi comprese quelle realizzate da produttori indipendenti”, Anzaldi vuole anche sapere “chi all’interno della Rai abbia valutato il copione e per quali ragioni lo abbia rifiutato”. Anche tenuto conto che, tra le finalità del servizio pubblico, rientra pure quella di “produrre film che abbiano un forte valore di testimonianza civile”.
Dubbi e domande più che legittimi che, tuttavia, da Viale Mazzini cercano di ridimensionare. Ricordando che “Rai Cinema riceve circa 1.000 proposte ogni anno” e che, pertanto, è costretta “ad operare delle scelte, a volte difficili”, la decisione di non partecipare alla produzione del film di Martinelli nasce esclusivamente da “una valutazione intrinseca del progetto”. A destare perplessità sarebbe stata, in particolare, “la commistione non perfettamente equilibrata tra elementi di finzione, personaggi di fantasia e fatti realmente accaduti, tale da determinare delle criticità di narrazione rispetto alla delicatezza della materia trattata”. Per non parlare della “scelta del regista di sposare, pur nella perdurante incertezza storico-processuale sulla vicenda, una precisa versione della dinamica della strage”. Cioè quella del missile. E senza trascurare i dubbi suscitati dall’idea di incentrare la storia intorno ad una bambina morta nella strage, tenuto conto che le vicende narrate nel film “rappresentano ancora una ferita aperta per il Paese e per i parenti delle vittime della strage”.
Ciononostante, fanno sapere i vertici di Viale Mazzini, al regista-produttore “fu offerta la possibilità di riproporre il film una volta realizzato, per verificare gli esiti artistici ed eventualmente procedere ad una acquisizione dei diritti televisivi”. Una possibilità che si starebbe, peraltro, concretizzando: “E’ già stato fissato un incontro per visionare il film da parte delle strutture competenti di Rai Cinema”. E se l’azienda televisiva pubblica ha deciso di rifiutare la produzione della pellicola di Martinelli, i vertici rivendicano d’altra parte l’impegno sul fronte del cinema civile e sociale. Da “Terraferma” di Emanuele Crialese a “Torneranno i prati” di Ermanno Olmi. Da “La mafia uccide solo d’estate” di Pif, a “I cento passi” di Marco Tullio Giordana. (Antonio Pitoni / ilfattoquotidiano.it)

15 pensieri su “Ecco perché la Rai ha rifiutato il film su Ustica di Renzo Martinelli / Il Fatto Quotidiano

  1. Teresa

    Il pilota del Mig libico in questione, che certamente era conscio di dover sorvolare lo Spazio Aereo forse più blindato e controllato della terra con Forze Aeronavali provviste di armi e mezzi sofisticatissimi e che verosimilmente una volta avvistato nel punto Condor non gli avrebbero dato scampo neppure di arrivare a Castelsilano, partendo dalla Jugoslavia era in grado con l’autonomia dell’aereo di raggiungere con un volo senza scalo il territorio libico?

    E poi, in volo di ritorno dopo una normale manutenzione tecnica, che pericolo poteva rappresentare per quelle stesse Forze Armate se lo consideriamo solo un clandestino e non un intruso per doverlo abbattere ad ogni costo?

  2. Ramon Cipressi

    Le Rispondo ancora con Occam:

    “Pluralitas non est ponenda sine necessitate” : Non considerare la pluralità se non è necessario.

    sottolinenado l’inutilità di formulare più ipotesi di quelle che siano strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno quando quelle iniziali siano sufficienti.

    Il principio logico del Rasoio di Occam è stato un segnale opportuno nel momento opportuno: infatti il procedere delle teorie filosofiche e scientifiche, con l’uso eccessivo di varianti e di possibili diramazioni nella complicazione dimostrativa, faceva in passato perdere il senso della dimostrazione stessa, soprattutto quando questo accadeva per il desiderio da parte dell’autore di evidenziare una certa sua originalità.

    Alla luce di quanto suggerisce Occam:

    1) A Firenze è stato rilevato un ‘Intruso alle 20.23 (Confermato NATO Programming Center)
    2) Sotto il DC-9 c’era un Intruso. (Confermato dati RADAR)
    3) A Timpa delle Magare c’era un intruso caduto, anzi abbattuto, ed era il MiG-23MS

    Le conclusioni sono semplici come i dati di base:

    Intruso = MiG-23MS Libico

    Ogni complicazione, va in direzione opposta alla ricerca della Verità.
    Che è quello che interessa ai Veri Colpevoli….

    RC (Noi Ricordiamo)

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