Ustica, chi tocca i fili muore: «Minacciati legali e consulenti»

di | 30 Giugno 2013

vittimeIntercettazioni, pressioni, intimidazioni, attacchi di hackeraggio. È questo il clima in cui lavora da anni l’avvocato Daniele Osnato, legale di oltre 140 parenti di vittime della strage di Ustica, insieme ai suoi collaboratori e consulenti. Perché, se è vero che penalmente i militari ormai in pensione coinvolti nella vicenda sanno che non saranno processati a causa della prescrizione, è altrettanto vero che le cause civili hanno seguono un altro percorso che – ricorda il legale – «terrorizza» i soggetti gli ex militari dell’aeronautica.
Avvocato, a cosa si riferisce quando parla di intimidazioni? «Abbiamo subito pressioni fortissime e intimidazioni, abbiamo lavorato in un clima inimmaginabile. Ci siamo accorti di essere stati intercettati e i nostri archivi digitali sono stati attaccati contemporaneamente – tutti – da hacker. Abbiamo trovato microfoni nelle auto. Un anno e mezzo fa, mi stavo recando ad un processo proprio sulla vicenda dei familiari delle vittime di Ustica, e ho visto scendere un microfono davanti ai miei occhi. Non appena entrato in tribunale ho denunciato il fatto che mi era successo solo pochi minuti prima… Io sono di Palermo e so bene cosa sono le intimidazioni mafiose: non pensino di fermarmi in questo modo».
Perché tutto questo? «Ci sono almeno 70 persone, ex militari, che si stanno preoccupando molto, anzi sono terrorizzati perché i loro patrimoni sono in pericolo, rischiano molto. Ci si preoccupa che non vengano toccate certe mega-pensioni».
In che senso? «Il risarcimento dei danni ai parenti delle vittime spetta ai datori di lavoro che, in questo caso, sono il ministero dei Trasporti e della Difesa. Questi soggetti, a loro volta, possono rifarsi sui singoli soggetti coinvolti nella vicenda che, quindi, dovrebbero di tasca loro risarcire i danni. Noi stiamo andando avanti con le cause civili non perché i familiari esigano il risarcimento in sé, ma perché ottenerlo significa avere finalmente giustizia. È questo il senso. Se ci venisse detta una volta per tutte la verità, noi ci alzeremmo dall’aula del tribunale e ce ne andremmo. Si può anche capire che in quegli anni difficili qualcuno testimoniasse il falso, ma ciò a cui ci siamo trovati di fronte è un vero e proprio anti-Stato».
A quanto ammonta ad oggi la cifra relativa ai risarcimenti delle cause di cui lei si sta occupando? «Sono tre i processi civili aperti, che raggruppano varie persone. Ad ogni processo si associa una richeista di risarcimento di circa 100 milioni. Settimana prossima darò il via ad un altro processo: Ustica ter. Devono sapere che noi li seppelliremo di richieste di risarcimento se questa è l’unica strada attraverso la quale si riesce ad accertare il fatto giudiziale».
Il ministro Carlo Giovanardi ieri (giovedì, ndr) ha detto che l’Avvocatura di Stato chiede la revoca “per errore di fatto” della sentenza della Cassazione che stabiliva i risarcimenti… «È davvero bieco che si sbandieri mediaticamente un cavillo per affossare delle sentenze chiare e precise. Oltre che essere incomprensibile che Giovanardi dica cose che non sa neppure l’avvocato Fallica che segue quella causa specifica. Il cavillo consisterebbe nel fatto che di quel procedimento che riguarda otto parenti, avviato nel 1983, si sia occupato un giudice non togato. L’eccezione avrebbe dovuto essere sollevata non oltre la prima udienza. Dopodiché, invece, la sentenza è stata confermata dalla Corte d’Appello nel 2010 e poi dalla Cassazione nel 2013. Inoltre, l’eventuale osservazione tecnica fatta dall’Avvocatura risale al febbraio scorso, è insolito che emerga solo adesso, per bocca di Giovanardi, proprio nel giorno dell’anniversario della strage».
Qualcuno parla del “fronte del missile”… «Non esiste un fronte del missile ed è davvero ignobile che lo si dica. Che si voglia far credere che esiste un fronte fatto di chi vuole fomentare questa teoria. Per quale ragione, mi chiedo, lo si dovrebbe fare? Ai processi abbiamo portato milioni di atti, che comprendevano tutte le ipotesi. Se ne è discusso per un anno e la sentenza del giudice Paola Proto Pisani conferma la tesi del missile oltre ad accogliere la richiesta di risarcimento, derivante – anche – dalla “tortura” subita dai familiari.

di Chiara Affronte per l’Unità – 29 giugno 2013