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Legali familiari delle vittime, premiata la scelta del giudizio civile

«Siamo molto soddisfatti, questo giudizio è iniziato nel 1990 e quella di oggi è un’ulteriore conferma del lavoro svolto in questi anni. La Cassazione conferma così un iter tracciato dalla Corte d’appello di Palermo che nel 2010 ha affermato la responsabilità dello Stato». Lo afferma Vanessa Fallica, l’avvocato palermitano che assiste alcuni parenti delle vittime della strage di Ustica del 27 giugno 1980, i primi la cui vicenda è arrivata fino alla Corte di Cassazione, che oggi con la sua sentenza ha confermato i risarcimenti alle vittime (l’importo dovrà essere stabilito in un nuovo processo d’appello), riconoscendo la responsabilità dello Stato e la teoria del missile. «La cosa importante è che questa è la prima sentenza definitiva che abbiamo su questa vicenda», afferma Daniele Osnato, l’avvocato che nel 2011, per conto di decine di parenti, ottenne dal giudice civile di Palermo, Paola Proto Pisani, la condanna del ministero di Trasporti e Difesa a pagare risarcimenti di 100 milioni di euro. Il processo su cui oggi la Cassazione ha detto la sua è ancora precedente, è il primo in assoluto partito sul fronte civile. Fu avviato nel 1990 dallo studio Fallica di Palermo per conto dei parenti di Gaetano La Rocca e Marco Volanti: «Fummo i primi a partire con una causa civile- ricorda oggi l’avvocato Fallica- ci muovemmo in questo modo dissociandoci da altri familiari che intrapresero la strada penale». La sentenza di primo grado arrivò nel 2007, quella d’appello nel 2010: «Già i giudici d’appello riconobbero la responsabilità dello Stato, condannando i ministeri per non aver vigilato sui cieli. Parlarono di guerra aerea e di missile», dice Fallica. L’entità del risarcimento, però, era contenuto (era solo quello ‘biologico’), tra gli 80 e i 150.000 euro per parente. Contro questa sentenza, l’avvocatura dello Stato (per conto dei ministeri condannati) presentò ricorso in Cassazione, e a sua volta l’avvocato dei familiari presentò ricorso incidentale per protestare contro l’importo troppo basso. Oggi è arrivata la decisione dei giudici della Suprema corte: il ricorso dei ministeri è stato respinto e per quanto riguardava il ricorso dei parenti contro l’importo, i giudici della Cassazione hanno deciso per il rinvio alla Corte d’appello. Che dunque dovrà riesaminare il caso ed esprimersi sull’importo dei risarcimenti. «Questo risultato è importante perchè non coinvolge solo i familiari che noi abbiamo assistito in questo giudizio, ma tutti altri, a cui sono legati moralmente e che aspettano giustizia da oltre 30 anni», dice l’avvocato Fallica. La teoria del missile? «I giudici della Cassazione la riconoscono, come già avevano fatto quelli della Corte d’appello di Palermo nel 2010 – afferma Fallica – ma a noi non interessa molto disquisire sulla dinamica, missile piuttosto che bomba all’interno. A noi preme soprattutto il concetto che afferma, questa volta in modo definitivo, la responsabilità dello Stato». La ricostruzione contenuta nella sentenza di primo grado del giudice civile Proto Pisani ha avuto un peso? «Era molto più dettagliata di quella dei giudici d’appello di Palermo e sicuramente i giudici della Cassazione l’hanno letta con attenzione», dice Fallica. Per quel processo, il processo d’appello è stato fissato al 2014. «Noi siamo molto sereni», dice Fallica. Tanta soddisfazione anche da parte di Osnato: «Finora le sentenze erano tutte interlocutorie, questa è la prima definitiva. Sono contento che il materiale probatorio, perizie e altro, che noi abbiamo mutuato dal processo penale e inserito nel nostro processo civile sia stato utile», conclude Osnato. (Fonte Dire)

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