“Siamo arrivati a 45 anni senza sapere l’ultimo pezzo di verità, cioè chi ha potuto abbattere un aereo civile in tempo di pace. I pm romani hanno chiesto l’archiviazione, dopo 17 anni di lavoro. I magistrati oggi ci dicono che non hanno trovato gli autori materiali. La collaborazione degli stati amici ed alleati, Francia, America, Inghilterra, Belgio, che erano in quella notte sui nostri cieli, nei nostri cieli coi loro aerei militari, non è stata sufficiente, non hanno risposto in maniera esaustiva, non si sa cosa volevano fare quella notte nei nostri cieli e perché, avendoci abbattuto un aereo civile, non rivendichino la loro responsabilità”. Lo ha detto Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica, a margine della presentazione in Comune a Bologna delle iniziative per ricordare il disastro aereo in cui morirono 81 persone.
“Venerdì – ha aggiunto – saranno trascorsi 45 anni dalla strage di Ustica e, in questa occasione, urleremo forte il nostro diritto alla verità”. Pochi mesi fa c’è stata la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma dell’ultima inchiesta sulla strage. “Il dramma, il senso di impotenza, è che consegnando quelle carte – ha detto Bonfietti – non sono riusciti a determinare gli autori materiali dell’abbattimento del Dc9. Ma crediamo siano carte importantissime. Le stiamo leggendo e mancano ancora delle parti, ma ci riserviamo di riparlarne nei prossimi giorni o mesi, prima del 26 novembre, e cioè dell’incontro con il gip che dovra’ decidere se archiviare o meno. Ma intanto si può dire – ha evidenziato – che in quelle carte c’è scritto tutto, di nuovo e con forza, quello che è avvenuto: ovvero l’abbattimento di un aereo civile in tempo di pace: questa è la verità”.
Le cause dell’accaduto “sono chiare e sempre più convalidate”, assicura Bonfietti, perché “ci sono davvero tanti e tanti altri elementi e testimonianze che hanno permesso ai magistrati, in quelle 450 pagine depositate, di scrivere con forza che il Dc9 è stato abbattuto in un episodio di guerra aerea e che molti di più di quelli che si pensasse lo sapevano, avevano visto, avevano capito. Addirittura, un addetto militare italiano allo Shape di Bruxelles, Giovanbattista Sparla, citato nelle carte, racconta – ha riferito Bonfietti – che in quella stessa notte in quel luogo si diceva che il Dc9 fosse stato abbattuto”.
“Assolutamente no. Non credo, non lo so, non mi pare di averlo letto nelle carte” ha aggiunto la presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime di Ustica, rispondendo a chi gli chiedeva se il Governo si è adoperato per avere risposte dai Paesi alleati su quanto successe nei cieli di Ustica la notte del 27 giugno 1980, quando morirono 81 persone. Bonfietti ha presentato oggi, a Bologna, le iniziative organizzate per il 45esimo anniversario della strage. “Devono essere il Governo e la politica del nostro Paese – ha proseguito – a trovare la forza e un senso di dignità nazionale nel porre domande precise ai Paesi amici e alleati, i quali hanno risposto in maniera insoddisfacente e a volte addirittura irrisoria alle domande fatte dai magistrati. Sono tante le cose che questo Governo non ha fatto in questi anni, a partire dallo stare attenti alle rogatorie”. “I magistrati hanno fatto le loro rogatorie, è stato risposto loro in maniera insoddisfacente ma nessuno si è lamentato – ha aggiunto Bonfietti – . La segreteria della presidenza del Consiglio si sta attivando per attuare la direttiva Renzi ma questo – ha continuato la portavoce dei familiari – è un altro discorso, un altro problema. Io credo invece che ci voglia un’attenzione per farci dire chi ci ha abbattuto un aereo”.
Bonfietti ha lamentato anche che “con il ministero dell’Istruzione avevamo firmato un protocollo d’intesa per continuare a fare memoria nelle scuole, attraverso una programmazione che potesse partire dal Ministero stesso, ma questo rapporto si è interrotto. Lo abbiamo detto mille volte e abbiamo scritto ai ministri competenti, ma senza avere risposte esaustive. E mi piace denunciarlo ancora perché il nostro sforzo e’ proprio questo. Anche attraverso la nuova Fondazione Museo per la memoria di Ustica, infatti, noi vogliamo continuare a fare memoria e fare memoria – ha concluso – vuol dire parlare, oltre che alle centinaia e centinaia di cittadini italiani e stranieri che frequentano quel luogo, anche ai piu’ giovani nelle scuole”. (Fonte AGI)