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Un romanzo ricorda le vittime della strage di Ustica. Lo ha scritto Michele Cucuzza insieme a Daniele Osnato

Osnato CucuzzaGuarda, cos’è? È il titolo del romanzo dedicato alla strage di Ustica (27 giugno 1980, 81 morti), edito da Baldini+Castoldi e in libreria (qui su Amazon) in occasione del 42esimo anniversario del misterioso incidente del Dc9 Itavia precipitato nel Mar Tirreno lungo la rotta Bologna-Palermo. Il libro porta le firme del giornalista Michele Cucuzza e dell’avvocato siciliano, Daniele Osnato, a lungo legale dei familiari delle vittime della strage.

La storia ruota attorno a Giovanni, detto Giovannino, di 9 anni e sua sorella Rosalia, detta Lia, di 13, saliti insieme su quel volo per raggiungere i genitori e il fratello più grande, Francesco. Quell’aereo, com’è noto, non arriverà mai a Punta Raisi e si disintegrerà nei cieli a metà strada tra le isole di Ponza e di Ustica. Una tragedia per la quale, ancora oggi, non è stata data ai familiari delle 81 vittime una spiegazione, se non che il Dc9 quella sera si trovò letteralmente accerchiato da caccia militari di vari Paesi, in tempo di pace e lungo una rotta che doveva essere libera da intrusioni.

Il libro di Cucuzza e Osnato, dal taglio inedito, commovente, delicato e insieme straziante, ricostruisce la storia del volo Itavia Ih870. E se Lia e Giovannino sono figure della fantasia, nel ricrearle gli autori hanno tenuto in mente due bambini che davvero si trovavano su quell’aereo.

“Del resto – si legge nella sintesi di presentazione dell’editore -, niente in questo libro è lasciato al caso: ogni dettaglio, ogni elemento, benché trasfigurato in chiave narrativa, deriva esattamente dalle perizie e dai documenti dei processi che si sono faticosamente svolti nel corso di questi lunghi quarantadue anni”.

Dunque, attraverso gli occhi, le voci, la rabbia e l’indignazione dei due piccoli passeggeri, anche il lettore rivive la paura, il dolore, lo sconcerto provocato da una strage inspiegabile che, insieme ad altre rimaste altrettanto insolute, ha segnato il tempo più angoscioso della nostra storia nazionale e che, tuttavia, a distanza di 42 anni e innumerevoli inchieste e processi, non smette ancora di esigere delle risposte e giustizia. (Fonte Ansa).

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