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Strage di Ustica, “assolto” il depliant del Museo. La Procura di Bologna chiede l’archiviazione

La Procura di Bologna ‘assolve’ il depliant elaborato un anno fa per il Museo per la memoria di Ustica di Bologna, quel pieghevole che scatenò le ire del Pdl e anche dell’Aeronautica. Nel volantino, realizzato dal Mambo e dall’istituto Parri, si accreditava la tesi del missile e si bollava come depistaggio l’ipotesi della bomba: questi contenuti vennero giudicati offensivi e diffamatori dai berlusconiani. Dalle parole si passò poi ai fatti quando il generale Lamberto Bartolucci, Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica al tempo del disastro del Dc 9, in maggio presentò una querela in Procura ipotizzando il reato di diffamazione a mezzo stampa nei confronti di autori ed editore del depliant. Questa mossa, che allora spinse il commissario Annamaria Cancellieri a ritirare il depliant facendone stampare una versione più soft, non ha però convinto la Procura, che nei giorni scorsi ha chiesto l’archiviazione delle accuse. Per il pm Giampiero Nascimbeni, che si è occupato del fascicolo aperto dalla querela, il pieghevole non è da giudicarsi diffamatorio. Nella richiesta di archiviazione depositata nei giorni scorsi vengono citati passi della sentenza del Tribunale civile di Palermo del settembre scorso, con cui il giudice Paola Proto Pisani ha condannato i ministeri dei Trasporti e della Difesa a risarcire 100 milioni di euro a 81 parenti delle 81 vittime per i depistaggi. Il primo per non aver vigilato sulla sicurezza del volo, il secondo proprio per la mancata collaborazione e le tante cose ‘nascoste’ durante l’accertamento della verità. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, fu tra i primi a tuonare contro il depliant, sostenendo la necessita’ che venisse ritirato come chiesto dai vertici dell’Aeronautica. Nessuna diffamazione, tutt’al più c’era qualche leggerezza ricostruttiva. Nel mirino del generale Bartolucci, però, oltre agli errori nelle tappe processuali, c’erano soprattutto le parole relative ai vertici dell’Aeronautica e al loro comportamento. Nel volantino era scritto che i vertici dell’Aeronautica avevano “ritenuto di dover essere fedeli al patto militare prima che al loro paese”. Per Bartolucci erano affermazioni diffamatorie, ma la Procura in queste espressioni non vede altro che la sintesi di una verità giudiziaria accertata, come dimostra la recente sentenza del Tribunale civile di Palermo che ha condannato il ministero della Difesa e riconosciuto, da parte dei vertici dell’Aeronautica, gravi condotte di ostacolo all’accertamento della verità. Di qui la scelta di chiedere l’archiviazione delle accuse lanciate dal generale e sostenute a spada tratta dal Pdl, in primis dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi. (Fonte Dire)

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