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L’ultima di Giovanardi sul caso Ustica. Chiede al Governo di togliere il segreto di Stato (che non c’è)

Carlo GiovanardiL’ultima sparata del senatore Carlo Giovanardi – da sempre sostenitore della tesi della bomba a bordo del Dc9 Itavia (che non lascia tracce, che nessuno rivendica e che esplode su un aereo che decolla con due ore di ritardo) – è contenuta in una singolare interpellanza, firmata insieme ai senatori Aldo Di Biagio e Luigi Compagna, con la quale chiede al presidente del Consiglio di rendere pubblici i documenti riguardanti il caso Ustica ancora coperti dal segreto di Stato.
I due parlamentari membri della Commissione Moro ritengono incomprensibile e scandaloso “che mentre continuano in Italia polemiche e dibattiti, con accuse pesantissime agli alleati francesi e statunitensi di essere responsabili dell’abbattimento del Dc9 Itavia ad Ustica nel giugno del 1980, l’opinione pubblica non sia messa a conoscenza di quanto chiaramente emerge dai documenti secretati in ordine a quella tragedia e più in generale degli attentati, che insanguinarono l’Italia nel 1980, ivi compresa la strage della Stazione di Bologna del 2 agosto 1980”.
Giovanardi, Di Biagio e Compagna chiedono con insistenza “che il Governo renda immediatamente pubblici tali documenti, che spazzerebbero via fantasiose ricostruzioni di battaglie aeree mai avvenute nel nostro paese, con gli indispensabili omissis per situazioni ancora di attualità nei rapporti con autorità e paesi stranieri, che potrebbero essere compromessi dalla loro pubblicazione”. In particolare, sostiene lo stesso Giovanardi, “assumono decisiva importanza i documenti relativi al periodo giugno 1980, in prossimità del 27 giugno 1980 giorno in cui esplose il DC9 Itavia”.
Nel 2007, giova ricordarlo al senatore, l’avvocato Daniele Osnato, legale dei familiari delle vittime della strage di Ustica, inviò una lettera all’allora premier Silvio Berlusconi e al presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Massimo D’Alema, nella quale esortava il governo ad avviare un’azione di controllo “circa eventuali atti, documenti ed emergenze probatorie che siano in possesso del Dis e che, nonostante esplicita richiesta, siano stati omessi e non comunicati”. In risposta (leggi la lettera) il direttore generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, Gen. Giuseppe Cucchi, informò lo stesso legale che non risultava che il vincolo del segreto di Stato fosse mai stato “apposto su atti o documenti inerenti il caso Ustica”.

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